I Dieci Comandamenti

 

I DIECI COMANDAMENTI
DI DIO –
IL PADRE NOSTRO


In questo libro l'autore ci schiude i
Dieci Comandamenti di Dio nel loro pieno significato. Questa conoscenza è d’importanza decisiva per l’esistenza intera dell'uomo, dunque non soltanto per la sua vita terrena ma anche al di là della morte fisica.

La chiarificazione del
Padre Nostro
aiuta le persone che cercano a comprendere rettamente il significato profondo che questa «Chiave che conduce al Regno di Dio» ha per l'umanità ed il Messaggio di Gesù in essa racchiuso.

 

ONORA IL PADRE E LA MADRE!


Fu Dio che fece dare questo Comandamento agli uomini, tuttavia esso ha provocato innumerevoli crisi di coscienza. Quanti fanciulli e quante persone adulte hanno dovuto sostenere duri conflitti con se stessi per non trasgredire nel modo più grave proprio a questo Comandamento!

Come potrà un figlio onorare un padre dedito all'ubriachezza, o una madre i cui estri e capricci, l’assenza di controllo, turbano la pace della casa, negando quiete e serenità alla famiglia?

Potrà un figlio onorare i genitori quando li veda insultarsi e perfino picchiarsi a vicenda e perpetrare inganni reciproci? Quanti gravi casi coniugali resero questo Comandamento causa di cruccio ai figli, ostacolandone l’osservanza!

A considerar bene, sarebbe soltanto a patto di far l’ipocrita, se un figlio intendesse a ogni costo di onorare una madre che si mostri più amabile verso estranei che non verso il marito, padre del figlio; una madre dal carattere superficiale, vanitosa fino al ridicolo, una madre schiava delle mode più sciocche, spesso incompatibili col concetto elevato di maternità, una madre, insomma, priva di ogni dignità che comporta tale nome nobilissimo e bello. Come potrebbe un figlio spontaneamente provar per essa venerazione? Si sa quanti pregi contenga il nome «madre» e anche quanti doveri esiga.

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Abd-ru-shin

 

 PREGHIERE 

DATE


AGLI

UOMINI

DA

ABD-RU-SHIN

(libricino non disponibile in lingua italiana)

                 

Estratto dal Messaggio del Gral:

"Quando si deve parlare della preghiera in generale, è naturale che le parole valgano solo per coloro che della preghiera si occupano.

Chi non sente in sé l'impulso di pregare, potrà tranquillamente rinunciarci, perché le sue parole o i suoi pensieri non potranno che dissolversi. Se una preghiera non è compenetrata intuitivamente, non ha nessun valore e perciò nessun risultato.

Un istante di fervida gratitudine, in una grande gioia, come anche l'intuizione della più profonda sofferenza nel dolore, offrono la base migliore per una preghiera che può aspettarsi un risultato. In istanti simili l'uomo è pervaso da una intuizione determinata, che fa tacere in lui tutte le altre voci. Così diventa possibile che il desiderio principale della preghiera, sia esso un ringraziamento o una invocazione, riceva un'energia incontaminata."

Abd-ru-shin

 

 


 

IO SONO IL SIGNORE DIO TUO! NON AVRAI ALTRO DIO ALL’INFUORI DI ME!


Chiunque legga bene queste parole, si accorgerà che esse implicano un giudizio verso i molti che non osservano questo Comandamento, il più importante di tutti.

«Non avrai altro Dio!»

Quanti sono quelli che considerano queste parole con leggerezza, trascurandone il profondo significato! Considerano idolatri, generalmente, soltanto coloro che si prosternano davanti a immagini scolpite in legno, ognuna delle quali rappresenta una particolare divinità; pensano forse anche agli adoratori del diavolo e a traviati del genere, nel migliore dei casi con sentimento di compassione, ma a se stessi non pensano mai.

Osservatevi, esaminatevi: non sareste per caso anche voi del numero degli adoratori di idoli?

Uno ha un figlio: gli è tanto caro da affrontare per lui qualunque sacrificio, trascurando tutto il resto; un altro aspira soltanto a godere gioie della terra: anche con la migliore volontà, qualora ne fosse richiesto, non sarebbe capace di rinunciare ad esse per altra cosa, pur avendo libertà di scelta; c'è chi ama il denaro, chi l'esercizio del potere, chi una donna, chi gli onori; ma; in sostanza, costoro non amano che se stessi.

Non è questa idolatria nel vero senso della parola? Contro di essa ci mette in guardia il primo Comandamento e la proibisce. Guai a colui che non lo segue alla lettera!

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Abd-ru-shin

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